05 aprile 2006

Un incubo pre-elettorale

Stanotte ho avuto un incubo. Il sogno si svolgeva evidentemente lunedì prossimo intorno alle due del pomeriggio. Tipico clima di trepidante attesa dopo le elezioni, quindi... si chiudono le urne, arrivano i risultati degli exit-poll. E tutti continuavano a ripetere che aveva vinto il centrodestra. Era tutto molto verosimile, stesse incertezze, stesse dichiarazioni in cui si diceva di voler aspettare i dati definitivi e tutti ancora che speravano in un errore che costringesse Emilio Fede a cambiare le bandierine azzurre con quelle rosse. Invece tutto sembrava tremendamente reale, sensazioni già provate, scene già tristemente vissute.

A proposito di bandierine una piccola parentesi: vi ricordate quando il solito Fede aveva invertito i tradizionali colori di repubblicani (rossi) e democratici (blu) nelle elezioni negli USA?

Sarebbe veramente un incubo: dopo il ventennio fascista ed il quarantennio democristiano anche il decennio berlusconiano. Vengono veramente i brividi a pensarci e non è rassicurante la prospettiva di scappare in Svizzera, cosa che peraltro ho già fatto.

Intanto dalle trasmissioni pre-elettorali si continua ad accapigliarsi sulla crescita, sul produrre sempre di più mentre potremmo felicemente decrescere, la questione della soglia dei milioni di euro al di sopra dei quali si deve togliere agli eredi di dieci straricchi un briciolo del loro patrimonio viene dibattuta fino allo sfinimento mentre nessuno parla delle migliaia di morti nella guerra, Della Valle sta diventando l'eroe della sinistra ma di scheletri nell'armadio ne ha molti, e non quelli che dice il Berlusca.

Lo ammetto, sto guardando troppa televisione, ma capitemi: la sera sono solo...

Ieri sera a Ballarò Fassino ha avuto anche un lampo di lucidità e ha detto che è inammissibile che un presidente del consiglio sappia basare il proprio rapporto con l'elettorato solo sulla questione delle tasse. Ma poi hanno continuato tutti a parlare di tasse, BOT e CCT tutta la sera.

E li stiamo ancora ad ascoltare. Siamo veramente un popolo di coglioni (speriamo).


La vignetta di Vauro

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